Le Gabbie Invisibili - Scuola media inferiore IC Fiorelli

Incontro 23 Marzo 2023

Scuola media inferiore IC Fiorelli

Classe 1

25 partecipanti + 1 professoressa

Durata: 2 ore

 

E’ il primo incontro che facciamo con le scuole medie inferiori, con una seconda media, ossia un’età che va dagli 11 ai massimo 13 anni. Bambini, quasi ragazzi.

Non è semplice con i ragazzi così piccoli, loro ancora non hanno la consapevolezza del loro vissuto, sentono quello che è il risultato del vissuto ma non lo hanno ancora visto, figuriamoci verbalizzato.

Oggi l’argomento è impegnativo e la classe mi è stato detto essere vivace. Come una classe vivace può affrontare le gabbie che a volte la vita ti regala, anche se spesso non è un regalo gradito?

Iniziamo con l’assegnazione casuale dei superpoteri. Il superpotere che non piace oggi è la conoscenza. Molti chiedono di cambiarlo, preferiscono raccontare, o anche l’invisibilità ma non tanto la conoscenza. Chissà perchè?!

La professoressa che ci ha accolto fa un giro di superpoteri e ci dice che il caso o il cambio li ha proprio dipinti. Quei superpoteri potrebbero essere i loro.

Arriva così il momento delle domande e anche loro hanno paura della valutazione, di rispondere male. Gli spieghiamo che non c’è una risposta giusta ed una sbagliata ma che c’è solo la loro risposta che sarà certamente quella giusta. Ma è difficile scardinare il sistema di valutazione seppure senza far media, il giudizio pesa comunque. Ma poi una voce femminile dice ‘ma tanto non c’è il nome’. E così un po’ si rilassano.

Sentiamo la prima storia, quella di Guglielmo. 

Il ragazzo con una gravissima disabilità appassionato di ornitologia.

Durante la storia i bambini riconoscono la voce di un compagno e lo guardano come se fosse una star, sorridendo e mostrandogli di averlo riconosciuto, senza giudizio ma sentendosi più partecipi della storia forse.

Quando finisce i ragazzi sono pensierosi, chiedono cosa abbi Guglielmo, perchè non parla, perchè non va a scuola, è come se si preoccupassero per lui tanto da chiedere addirittura se è morto. Vogliono sapere, vogliono poter immaginare meglio Guglielmo.

E poi ragioniamo sui diritti. Su quali diritti vengono negati a Guglielmo. 

Così Giorgia subito dice che gli vengono negati gli amici, un diritto importante alla loro età.

E poi il diritto all’istruzione, alla libertà. Nessuno dice che non ha neanche il diritto al gioco.

E quando parliamo dei diritti che invece ha Guglielmo e che non gli vengono negati, allora cambia la luce nei loro occhi. 

‘Ha il diritto di sognare.’

‘Ha l’immaginazione.’

‘E’ curioso, ha il diritto di conoscere.’

‘Ha il diritto di seguire la sua passione per l’ornitologia.’

‘Ha il diritto di ridere, ridere forte.’

Così sentiamo la seconda storia, la storia di Moke.

I bambini entrano nella comunità insieme a lui, diventano invisibili, si sentono invisibili, ma non lo sanno però.

La piccola Isabella, che ci ha donato con grande coraggio la voce di Moke, scoppia a piangere per l’emozione, ma vuole che gli amici sentano la storia che lei e la sua mamma hanno raccontato.

Moke si racconta, racconta la sua gabbia, una gabbia solitaria.

E alla fine della storia anche su di lui tante domande: quanti anni ha, di dove è, perchè non può ballare.

‘E allora perchè Moke è invisibile?’ chiediamo.

‘Perché ci sono tanti bambini nella missione ed è difficile accorgersi di tutti.’

‘Perché è solo.’

‘Non ha il diritto ad una mamma ed un papà.’

‘Non ha il diritto alla famiglia.’

‘Non ha il diritto ad essere amato.’

‘Quindi i bambini hanno tutti gli stessi diritti?’ chiediamo.

La risposta è corale: si.

Anche se in molti casi vengono negati, ma hanno tutti gli stessi diritti.

‘E a voi ragazzi c’è un diritto che sentite vi venga negato?’ chiediamo.

Stefano con grande coraggio affronta gli adulti, professoressa compresa, dicendo con garbo e timidezza ‘Non so se posso dirlo ma è come se noi a scuola non avessimo il diritto di scelta’.

E così si è affrontato il diritto di scelta da vari punti di vista, partendo dall’idea che la conoscenza permette di avere maggiore capacità di scelta e maggiore di comprensione, che la conoscenza rende liberi, ma che per arrivarci si devono fare un po’ di sacrifici o meglio di investimenti.

Ma io non ho potuto dare tutti i torti a Stefano.

Così Giorgio dice che a loro manca il diritto di parola nei confronti degli adulti. 

Stefano ribatte dicendo che se lui dice una cosa uguale ad un adulto, l’adulto viene ascoltato e lui no. Chiede ‘perchè a noi bambini, ragazzi, non ci ascolta mai nessuno?’

Insomma il diritto di ascolto, di scelta autonoma, anche la scelta di ballare che a Moke non è stata concessa, diventa il tema.

Si però un ragazzino poi dirà ‘l’incontro è stato proprio bello però le consegne erano un po’ vaghe’. In effetti tutti hanno chiesto maggiore libertà di pensiero, di parola, di espressione del proprio punto di vista anche in presenza di adulti, però poi hanno avuto difficoltà a gestire la libertà di scrivere quello che volevano senza incorrere in giudizi di alcun genere. La libertà comporta sempre delle responsabilità e loro oggi lo hanno sentito.

Finiamo sentendo la storia di Hari, il bambino senza sorriso. 

‘E allora ragazzi quale è il diritto che manca ad Hari?’

Gabriele senza esitare ‘il diritto alla felicità’.

E così leggendo i loro scritti, il diritto alla felicità rimbomba dovunque, c’è chi scrive che la sua è una vita felice, che la sua famiglia è felice, che la sua vita è quasi perfetta, nonostante noi sappiamo che ci sono lutti importanti vissuti da bambini in questa classe, ma i bambini sono resilienti, guardano il momento, vivono il presente E poi c’è chi dice di non essere a suo agio tra le persone, chi di usare le cuffie per isolarsi, chi di non riuscire a soddisfare le grandi aspettative dei suoi genitori e dei suoi nonni e si premura di dirci anche il suo nome così che il messaggio possa arrivare a destinazione, c’è chi dice che il suo sentirsi diverso non lo fa sentire però realmente diverso e poi c’è chi per descrivere la sua vita di maschio costretto in un corpo di femmina sintetizza con un disegno che va dritto al cuore come una spada.

E così anche questa volta i ragazzi, poco più che bambini in questo caso, ci hanno sintetizzato i loro diritti, le loro necessità. Ci hanno espresso in modo semplice, garbato, che loro hanno cose da dire e che il loro diritto alla felicità parte dall’ascolto delle loro esigenze, perchè come dice Stefano ‘perchè a noi bambini, ragazzi, non ci ascolta mai nessuno?’

Grazie ai ragazzi e alla professoressa Ursini per averci ospitato e averci permesso di raccontare le storie dei nostri bambini e di ascoltare le loro

 

Grazie grazie grazie 

Fabiana Sciarelli

 

Tanto ho le cuffie, Ognuno ha la sua storia … e ogni storia merita di essere raccontata!

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*’Tanto ho le cuffie. Ognuno ha la sua storia’ è un progetto di PE dell’Università L’Orientale di Napoli, volto alla sensibilizzazione civica di giovani, adulti e istituzioni sui diritti dei minori, in collaborazione con la Notte Europea della Ricerca. 2022 e con Made in earth Onlus - Un Sorriso per tutti.

Data di ultimo aggiornamento: 09 Gennaio 2024