Parigi, Napoli e la filosofia

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano, via monte di Dio 14 - ore 15:00
Parigi, Napoli e la filosofia

Il seminario Parigi, Napoli e la filosofia s’inscrive nell’ambito delle attività promosse dal Centro interdipartimentale per lo studio e l’edizione dei testi (CESET) dell’Università di Napoli L’Orientale in collaborazione con il Laboratoire d’études sur les monothéismes e l’École Pratique des Hautes Études di Parigi (LEM, EPHE, PSL), l’Istituto Italiano per gli Studi filosofici di Napoli (IISF) ove si svolgeranno i lavori, la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (SISMEL).
Le due promotrici, Antonella Sannino coordinatrice del CESET (Napoli, L’Orientale) e Irene Caiazzo del LEM (Parigi), intendono porre a confronto due figure emblematiche della storia del pensiero: Guglielmo d’Alvernia, vescovo di Parigi (1229-1249) e Roberto d’Angiò, re di Napoli (1309-1343). 
Seppur un secolo separa la loro attività, Guglielmo e Roberto intercettano le istanze di un mondo latino, occidentale come si direbbe oggi, in costante dialogo con quello dell’Oriente bizantino, arabo mussulmano ed ebraico. 
I ruoli politici rivestiti da entrambi si rivelano essenziali per la costruzione di ampi contesti culturali che investono l’etica, la politica, il mondo della natura, la medicina, ecc. ancora non del tutto noti. 
Ambedue lettori di fonti alternative rispetto all’aristotelismo dominante sollecitano ricerche sulla tradizione manoscritta, conservata nel caso di Roberto prevalentemente a Napoli e a Parigi. 
Una prima mostra di codici conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli è stata realizzata on-line. 
Parigi e Napoli sono le due città dove operano Guglielmo e Roberto; due città che nel Medioevo svolgevano ruoli di crocevia intellettuale. A Parigi nel ’200 e a Napoli nel ’300 si recavano intellettuali e studenti provenienti da tutta Europa e dall’Oriente; traduttori e interpreti garantivano l’accesso a lingue altre dal latino. 
Guglielmo d’Alvernia, intellettuale e predicatore che visse tra due mondi, quello della teoria universitaria e quello della pratica episcopale, quello della corte reale e quello della povertà, rese l’università di Parigi un luogo di confronto e scambi, favorendo l’ingresso alla carriera accademica agli ordini mendicanti e aprendosi ai nuovi testi provenienti dalla Spagna mussulmana. 
Roberto d’Angiò rex expertus in omni scientia rese Napoli e la sua corte un polo di attrazione per poeti, storici, teologi, artisti, giuristi, filosofi, traduttori e medici. Molteplici furono le personalità di spicco legate al monarca angioino: Francesco Petrarca, Giovanni Regina di Napoli, Paolino da Venezia, Landolfo Caracciolo, Giovanni Villani, Bartolomeo di Capua, Andalò di Negro, senza dimenticare traduttori dal greco, arabo e ebraico, quali Niccolò da Reggio e Qalonimos ben Qalonimos. Egli stesso autore di trattati, lettere e sermoni Roberto d’Angiò fu un sovrano umanista con un progetto culturale all’avanguardia rispetto ai suoi tempi. 
Troppo spesso la storiografia ha acceso i fari sulla Parigi dell’età matura della scolastica, su Federico II, fondatore nel 1224 dell’università di Napoli, trascurando il contributo che il vescovo di Parigi e Roberto d’Angiò hanno dato alla storia del pensiero e della cultura.
Non è un caso che tali riconsiderazioni muovano proprio da Napoli e Parigi, con il supporto non solo dell’Università di Napoli L’Orientale, del CNRS francese, di società scientifiche e pregevoli case editrici, ma anche dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici luogo strategico per “irradiare impulsi in tutti i campi del sapere e verso tutti i paesi del mondo”, come recita la motivazione della Laurea honoris causa in Filosofia dell’università di Bielefeld (8 febbraio 1988), conferita a Gerardo Marotta. 

Data di ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2023