Questo incontro è un invito a riflettere sulla scrittura poetica come spazio etico di resistenza, memoria e trasformazione. Un’occasione per ascoltare voci che attraversano confini e reinventano il linguaggio.
"La poesia sonora di Jonida Prifti" ci guida in un viaggio poetico dove l’albanese e l’italiano convivono in un rapporto paritario, orizzontale. Le due lingue si scambiano i nomi, si imitano, si fraintendono: come sorelle, si riconoscono e si reinventano, dando vita a una lingua poetica che è incontro e metamorfosi.
"In quale lingua devo morire" di Denata Ndreca, voce della poesia italofona, testimonia il vissuto di chi porta dentro di sé due terre: quella d’origine, che l’ha nutrita, e quella d’arrivo, che l’ha accolta. La sua scrittura sa che non si può morire in una sola lingua, perché il percorso migratorio impone una pluralità di esistenze e di espressioni. La sua poesia rifiuta l’univocità e abbraccia la complessità del vivere tra lingue e mondi.