Il Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo (DAAM) nasce nel 2012 dalla fusione di tre Dipartimenti (Mondo classico e Mediterraneo antico / Studi Asiatici / Studi e Ricerche su Africa e Paesi arabi) con l’intento di razionalizzare un settore di studi che, per varietà e ricchezza disciplinare, può dirsi unico in Italia e comparabile a poche altre istituzioni europee. Nel DAAM si riuniscono competenze archeologiche, storiche, storico artistiche, filologiche, filosofiche, linguistiche, letterarie e politico-sociali, inerenti alle culture dell’Asia, dell’Africa e del Mediterraneo, per offrire un progetto culturale ampio, con una prospettiva volta alla piena comprensione, nel contesto della storia globale, delle relazioni che le culture di queste aree hanno avuto nei secoli e continuano a intrecciare oggi.
Le otto macro-aree scientifiche in cui può suddividersi il DAAM sono tra loro profondamente legate, non solo per le interazioni che da sempre caratterizzano le regioni geografico-culturali di cui si occupano, ma anche per la valenza più generale di alcuni dei saperi che le caratterizzano.
Segue qui una breve descrizione delle otto macro-aree e delle principali linee di ricerca delle studiose e degli studiosi a esse afferenti.
Settore in pieno sviluppo con ottimi risultati a livello internazionale, presenta competenze uniche, o con pochi analoghi in Italia, riguardanti le lingue e letterature somala, hausa, swahili, ge’ez, amarica e berbera, la linguistica sudanese, ciadica e l’egiziano antico. Gli studi linguistici sono sostenuti da discipline storiche e antichistiche, come quelle relative alla storia contemporanea del Nordafrica berbero, ai sistemi politici e sociali dell’Africa contemporanea, alla storia dell’Africa subsahariana, cui si aggiungono egittologia, filologia semitica, storia letteraria e delle istituzioni dell’Etiopia e dell’Eritrea, antichità nubiane, archeologia della valle del Nilo, archeologia etiopica e archeologia egiziana.
Settore di studi tradizionale dell’Orientale, ancora oggi caratterizzato da eccellenze, presenta specialità archeologiche, storiche, filologiche e linguistiche, con competenze riguardanti l’assiriologia, la storia, l’archeologia e la storia dell’arte del Vicino Oriente antico, nonché lo studio della preistoria e protostoria di queste regioni, l’ebraico (comprendente l’ebraico biblico e medievale e lo studio delle letterature ebraiche in contesto europeo, incluso lo yiddish), la filologia iranica, la storia dell’Iran antico e tardo-antico, gli studi della lingua e della cultura elamiche e la storia dell'Oriente Cristiano.
Settore strategico dalla vasta produzione scientifica, con molti progetti internazionali e rappresentato da numerosi docenti che si occupano del mondo islamico classico, moderno e contemporaneo. Sono studiate e insegnate le principali lingue e letterature del mondo islamico: arabo classico e moderno, dialetti arabi, persiano, turco e indonesiano (insegnato in Italia solo nel DAAM). Alle lingue si affiancano le filologie (semitica, iranica e turca) e gli insegnamenti storici e d’inquadramento, come l’islamistica, la storia contemporanea dei paesi arabi, quella dell’Iran medievale e moderno, dell’Impero ottomano e dell’Asia centrale, la storia e istituzioni del mondo musulmano, la storia contemporanea dell’economia del Medio Oriente e del Nord Africa, gender politics in contesto islamico, il Medio Oriente e il Nord Africa nel sistema internazionale, la storia delle scienze e della filosofia islamiche, il diritto musulmano, l’epigrafia islamica, l’archeologia e la storia dell’arte musulmana. Nell’ambito della filologia semitica proseguono le ricerche sui contatti linguistici dell’aramaico e dell’arabo e sulla storia degli studi, con particolare attenzione all’aramaico. Gli studi di dialettologia araba si concentrano sull’area orientale del Nord Africa, con il lancio di un progetto di ricerca sul Sahel tunisino e sulle varietà di giudeo-arabo storicamente parlate in Tunisia e Libia e oggi in via di estinzione.
Il settore propone insegnamenti di storia antica, moderna e contemporanea, nonché di archeologia, storia dell’arte e società e culture dell’Asia centrale. Nel quadro della filologia turca si colloca l’insegnamento dell’uzbeko. In parallelo, l’insegnamento del mongolo è stato promosso in un laboratorio che ha incontrato un ragguardevole successo. Nel settore è presente un insegnamento di storia della Russia che ne costituisce un complemento fondamentale. Tra le discipline caucasologiche è presente l’insegnamento di Lingua e Letteratura Georgiana, l’unico in tutta Italia. Gli studi glottologici e linguistici relativi a quest’area si concentrano sulle lingue indoeuropee (armeno e iranico) con ricerche di taglio storico-comparativo e dialettologico dedicate alle varietà antiche e moderne; l’insegnamento dell’armeno classico è proposto in un laboratorio che si tiene annualmente.
L’Orientale vanta una consolidata tradizione di studi sull’Asia Meridionale, sul Sudest-asiatico e sul Tibet, ambiti indipendenti che tuttavia presentano notevoli e numerosi punti di contatto sul piano storico e culturale. Afferiscono al macro-settore gli studi di lingua e letteratura sanscrita, hindi, urdu, tibetana (classica e moderna) e indonesiana, nonché gli studi su civiltà e religioni indo-tibetane, storia dell’India antica e medievale, religioni e filosofie dell’India, e archeologia e storia dell’arte dell’India, denominazione convenzionale che abbraccia in realtà l’intero Subcontinente e le sue maggiori aree di interazione, compresa l’Asia sud-orientale. Anche in questo caso la trasversalità di alcune competenze coinvolge altri macro-settori (ad es. studi classici, islamici, centro-asiatici e sinologici, studi di storia delle religioni, con particolare attenzione allo śivaismo e al buddhismo).
Lo studio della civiltà cinese ha avuto presso l’Orientale da sempre un ruolo primario, fin dalle origini dell’istituzione, nel 1732, quando essa prendeva il nome di Collegio dei Cinesi. I docenti di lingua e la letteratura cinese rendono l’Ateneo uno dei centri principali per questi studi in Italia portando avanti ricerche originali e innovative e attraendo numerosi studenti da regioni diverse. Contestualmente alle discipline linguistiche e letterarie, sono presenti competenze di tipo storico (storia della Cina, storia e civiltà dell’Estremo Oriente, storia dell’Asia orientale), filologico (filologia cinese) e artistico. Un’attenzione particolare è rivolta alle religioni e filosofie dell’Asia orientale, ambito condiviso dalla giapponistica e dagli studi sulla Corea. Lo stesso dicasi per l’archeologia e la storia dell’arte cinese e giapponese. Gli studi sulla Cina contemporanea sono rappresentati da insegnamenti sulla storia e sulla politica, nonché sulle riforme e strategie economiche.
Gli studi sulla civiltà giapponese e coreana costituiscono un altro settore importante e caratterizzante sia sul piano della ricerca sia su quello della didattica. L’attività scientifica dei docenti di questo ambito di studi è riconosciuta a livello internazionale e costantemente arricchita dai tanti accordi con prestigiosi atenei giapponesi. Nel settore rientrano le discipline linguistiche e letterarie, la filologia giapponese e coreana, vari studi di tipo storico-culturale, come Storia e istituzioni del Giappone, Storia e civiltà dell’Estremo Oriente, Storia della Corea, Storia dell’Asia orientale, e Religioni e filosofie dell’Asia Orientale. Rilevante anche per questo settore è l’insegnamento dell’Archeologia e storia dell’arte della Cina e del Giappone (su cui si veda sopra).
Questo settore di studi si caratterizza per l’interesse ai rapporti tra Oriente e Occidente in ambito mediterraneo, che ne assicura l’unicità nel panorama nazionale e una notevole visibilità internazionale, con competenze nel settore dell’archeologia, della storia greca, romana e del mondo italico, delle filologie e letterature greca e latina, degli studi sulla grecità periferica e sui contesti provinciali romani, la preistoria e la protostoria, con particolare riferimento all’orizzonte della prima Età del ferro e all’archeologia funeraria, incluso lo studio dei resti umani, le metodologie della ricerca archeologica, la bizantinistica e la storia dell’Europa orientale. Particolare attenzione viene data all’iconografia e all’iconologia, all’antropologia del mondo antico, alla tradizione medica e alla storia della scienza antica, queste ultime rilevanti anche per le relazioni con la cultura islamica. La pluralità delle metodologie praticate consente un approccio interdisciplinare e una visione globale dei fenomeni del mondo antico.