In occasione del centenario della nascita di Angelo Del Boca (1925-2021), il pioniere degli studi sul colonialismo italiano, questo convegno internazionale intende creare un forum di confronto sul presente e sul futuro della Libia, a oltre un decennio dalla caduta del regime di Gheddafi.
Il percorso di riflessione trae spunto dalla storia: si partirà dall’eredità del periodo coloniale e dalla memoria collettiva, per passare alla Libia indipendente del 1951, che dovette subito affrontare povertà, tensioni interne e rivalità straniere, anche dopo la scoperta del petrolio. Un capitolo cruciale fu segnato dal colpo di stato del 1969, che portò al potere Muammar Gheddafi, la cui ambiziosa politica estera e interna ridefinì anche i rapporti con l’Italia. La sua brutale uccisione nel vortice delle rivolte del 2011 ha aperto una fase di sanguinosa transizione e profonda instabilità politica, caratterizzata da conflitti locali e tensioni identitarie, ancora lontana da una conclusione positiva.
Proprio in questo contesto, il convegno dedicherà una particolare attenzione al ruolo degli Amazigh, portatori di una cultura millenaria. Le loro rivendicazioni di diritti, riconoscimento e partecipazione attiva sono centrali per la costruzione di una Libia più inclusiva. Attraverso sessioni che spazieranno dalla lingua amazigh all’attivismo contemporaneo, si approfondirà come la preservazione di questa identità plurale sia una dimensione essenziale per il futuro del Paese.
Il dialogo si articolerà in diverse prospettive: si analizzeranno le relazioni Libia-Italia tra memoria coloniale e cooperazione attuale; le dinamiche transfrontaliere con il Sahel e le comunità Tuareg; e il quadro giuridico, costituzionale e dei diritti umani. Fondamentale sarà il confronto tra studiosi, istituzioni e, soprattutto, le testimonianze dirette di attivisti, operatori culturali e rappresentanti della società civile.
L’obiettivo finale è offrire uno spazio di riflessione critica che valorizzi la pluralità di voci, per comprendere le sfide contemporanee della Libia e immaginarne le prospettive, tenendo insieme memoria storica, complessità identitaria e speranze di ricostruzione.