La missione dell’Orientale, in collaborazione con l’Università di Torino, ha individuato il tempio a valle del complesso solare di Nyuserra (V dinastia)
Nel sito archeologico di Abu Ghurab, situato a circa 15 km a sud del Cairo, una missione archeologica italiana congiunta dell’Università di Torino e del nostro Ateneo ha portato alla luce il tempio a valle del complesso solare di Nyuserra, sovrano della V dinastia (metà del III millennio a.C.). Le condizioni di conservazione delle strutture emerse consentono di acquisire nuovi dati rilevanti per lo studio dell’architettura sacra e delle pratiche cultuali dell’Antico Regno.
Il tempio solare di Nyuserra rappresenta il complesso meglio conservato tra i santuari dedicati al dio sole Ra ed è l’unico per il quale il programma testuale e figurativo risulti in larga parte noto, anche grazie al lavoro della missione italiana che opera sul sito dal 2010.
Nel contesto dell’architettura templare egiziana, il tempio a valle costituiva l’edificio di raccordo tra il Nilo (o un suo canale) e il santuario superiore, mediante una strada processionale rialzata. Esso svolgeva una funzione centrale sia dal punto di vista architettonico sia rituale, rappresentando il luogo di approdo delle imbarcazioni cerimoniali e uno spazio di transizione simbolica tra ambito profano e ambito sacro.
Il complesso solare fu individuato alla fine del XIX secolo dall’archeologo Ludwig Borchardt, che riconobbe anche l’area del tempio a valle senza tuttavia procedere allo scavo, a causa dell’elevato livello della falda freatica. Le mutate condizioni ambientali attuali – legate agli effetti della Diga di Assuan, ai cambiamenti climatici e allo spostamento del corso del Nilo – hanno reso possibile l’avvio di nuove indagini archeologiche in questo settore del sito.
Le campagne di scavo del 2024 e 2025, dirette da Massimiliano Nuzzolo, .dell’Università di Torino e da Rosanna Pirelli dell’Università di Napoli L’Orientale, si sono quindi concentrate proprio su quest’area, dove è stato raggiunto il pavimento originario in calcare e sono stati recuperati numerosi elementi architettonici, in parte recanti iscrizioni geroglifiche. I risultati di queste indagini sono stati oggetto di una comunicazione ufficiale da parte del Ministero Egiziano delle Antichità e del Turismo, che ne ha riconosciuto il rilevante contributo alla conoscenza dell’architettura sacra dell’Antico Regno.
Le strutture finora indagate delineano un edificio di carattere monumentale, con un’area esplorata superiore ai 1.000 m², corrispondente a circa la metà dell’estensione complessiva del santuario. L’altezza originaria dell’edificio doveva superare i 5,5 metri. Le evidenze archeologiche attestano l’impiego di materiali lapidei di pregio, quali granito rosa, calcare bianco fine e quarzite rossa. Numerosi blocchi presentano iscrizioni con il nome del sovrano Nyuserra e riferimenti a festività religiose, verosimilmente riconducibili a un calendario rituale esposto all’esterno dell’edificio.
Le indagini stratigrafiche hanno inoltre evidenziato che il complesso, dopo un utilizzo cultuale della durata di circa un secolo, fu abbandonato e successivamente rioccupato e rifunzionalizzato come insediamento abitativo da comunità locali per un periodo di oltre tre secoli.
La missione archeologica è finanziata dall’Università di Torino, dal nostro Ateneo e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Le attività si svolgono in ottemperanza alle disposizioni e ai permessi rilasciati dal Ministero Egiziano delle Antichità e del Turismo, con il supporto tecnico-operativo dell’Ispettorato di Saqqara, responsabile dell’area archeologica di Abu Ghurab. La missione beneficia inoltre del sostegno dell’Ambasciata d’Italia in Egitto e dell’Istituto Italiano di Cultura al Cairo. Le ricerche proseguiranno con l’obiettivo di completare l’esplorazione del complesso e contribuire in modo sostanziale alla comprensione della genesi e dello sviluppo dei templi solari dell’Antico Regno.