
Il 7 e 8 ottobre 2025 presso l’Università “L’Orientale” di Napoli (Complesso di Monteverginella, via santi Filippo e Giacomo 21/a, Aula E) si terrà il convegno Fare regia.
Questioni metodologiche e testimonianze curato dal gruppo di lavoro del progetto PRIN Una regia in transizione composto da Lorenzo Mango, Salvatore Margiotta, Mimma Valentino, Paolo Sommaiolo e Maria Morvillo.
Il convegno si propone come un momento di studio in cui si incontrano storici e registi per ragionare su come si è andata e si va trasformando oggi l’identità della regia teatrale.
La mattina del 7, con il coordinamento di Claudio Vicentini (L’Orientale) interverranno Francesco Ceraolo (Università di Lecce), Silvia Mei (Università di Bari), Tancredi Gusman (Università di Roma Tor Vergata), Roberta Ferraresi (Università di Cagliari), seguiranno, nel pomeriggio del 7 e la mattina dell’8 una serie di conversazioni con un gruppo altamente rappresentativo di registi italiani: Federico Tiezzi, Roberto Andò, Lisa Ferlazzo Natoli/Alessandro Ferroni, Davide Iodice, Liv Ferracchiati, Massimiliano Civica, Arturo Cirillo, Leonardo Lidi e Laura Angiulli. Il Novecento ha visto l’affermazione della regia quale nuovo codice teatrale, facendo della scena un patrimonio di strumenti espressivi e ridisegnando la dialettica fra creazione teatrale e materiale letterario. I primi venticinque anni del nuovo secolo si sono trovati, così, un’eredità impegnativa con cui confrontarsi: da un lato il “teatro di regia”, come sistema di definizione scenica dell’identità drammatica del testo, dall’altro lo sperimentalismo del Nuovo Teatro, che ha fatto della regia uno strumento di autonoma creazione. Da questo contesto emerge la scrittura scenica quale dato fondativo della regia novecentesca e come luogo primario di identificazione del linguaggio teatrale. L’interrogativo che ci poniamo oggi è come, partendo da quel lascito, sviluppandolo o anche contraddicendolo, si disponga un discorso sulla regia oggi. Questo convegno affronta questo tema senza avere la pretesa di giungere a conclusioni, che sarebbero probabilmente
affrettate, ma con l’intenzione di approfondire – nel confronto tra studiosi e registi – nodi tematici, questioni teoriche e pratiche sceniche.