Fondi PRA 2025
Responsabile delle Ricerca Leonardo Acone
Componenti del gruppo di ricerca: Libera D'Alessandro, Mariassunta Picardi, Riccardo Rosolino, Rosario Sommella
Titolo: Me.Li.Co. - Menzogna. Limite. Conflitto. Spazi e orizzonti della narrazione tra storia, educazione e riflessione.
Data inizio
Data fine
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Codice
Fondi PRA 2025
Descrizione del progetto: Il progetto scaturisce dal dialogo tra diversi saperi scientifici e settori di ricerca in ottica multidisciplinare ed interdisciplinare.
Obiettivo è l’individuazione di una macro-narrazione attraverso tre macro-temi in grado di generare racconto e restituire un precipitato pedagogico:
L'artificio narrativo della menzogna: finzioni, limiti, rappresentazioni
La menzogna verrà esplorata come innesco narrativo di tanta letteratura per bambini e ragazzi, come errore-negazionestimolo in ambito geografico-politico e come problematica sostanziale nell’evoluzione della storia del pensiero. Il gruppo di ricerca analizzerà la tensione fra i diversi modi di intendere la menzogna, in primo luogo con l'emergere della contrapposizione fra menzogna dannosa (e da condannare) e bugia bianca (accettabile perché utile). Verranno indagate le possibili ricadute dell'uso della menzogna come strategia per la costruzione e l’affermazione del senso morale.
La narrazione del limite; il limite della narrazione: strategie del vero, del falso, del finto. Allo stesso modo il limite avrà una consistenza metaforica, rappresentando confini e perimetri, limes e limen in vista di dialoghi interculturali. La narrazione dell’altrove e di tanti attraversamenti, poi, consolida il limite come metafora
letteraria, storica, geografica e filosofica. In direzione contraria, il limite verrà inteso come metro della possibilità di rendicontare la verità, laddove ogni forma di narrazione, in diretto collegamento agli altri macro-temi, porta in sé il limite
dell’attendibilità, della soggettività o, più spesso, della menzogna costruita ad hoc.
Il conflitto come generatore culturale: storia, menzogna o limite?
Il conflitto, infine, diviene cardine narrativo ed elemento di crisi permanente in riferimento alle complessità dell’epoca contemporanea: lo sguardo pedagogico sul conflitto – inteso come forma di inesausto e traumatico rinnovamento
dell’umano – deve necessariamente generare senso come generatore culturale e pedagogico.
Responsabile delle Ricerca Andrea Brazzoduro
Componenti del gruppo di ricerca: Alessandra Gissi, Miguel Mellino
Titolo: Global Revolution(s) in the Long 1960s: Connected Histories of
Decolonisation, Third Worldism, and the New Radical Left
Acronimo: GlobalRev
Data inizio
Data fine
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Settore ERC H6 The Study of the Human Past
Fondi PRA 2025
Descrizione del progetto: GLOBALREV will produce the first comprehensive study of the connected histories of decolonisation, Third Worldism, and the New Radical Left in Western Europe. Its main hypothesis is that the Algerian War, and
Third Worldism more generally, had a defining impact on the new political cultures that flourished during the long 1960s (mid-1950s to mid-1970s), associating a renewed anti-fascism with anti-colonial struggles and a brand new theorisation of feminism. Moving beyond standard histories of political parties or international relations, GLOBALREV addresses the ‘cultural history of politics’ in a global perspective, encompassing local, national and transnational events, actors and networks. GLOBALREV has three interrelated objectives: (a) The project tests the hypothesis that it was during decolonisation and notably with the Algerian War that radical anti-colonialism started to imagine itself as a new anti-fascism: connecting with a proactive memory of the Resistance, the anti-fascist front was then
reconfigured within a ‘global civil war’. (b) GLOBALREV studies how established organizations of the Left coped with decolonisation and Third Worldism: Why did this become unsatisfactory for a growing number of activists, who eventually gave birth to the New Radical Left? (c) GLOBALREV foregrounds the networks of
intellectuals/activists who played a pivotal role in the process of transnational dissemination of anti-colonial ideas and mobilization models. As such, it highlights the emergence, since the Algerian War and the Cuban Revolution, of a new transnational public that will have its heyday in the protests against the war in
Vietnam. Conversely from mainstream interpretations, GLOBALREV contends that it is necessary to visualize European political spatiality in such a way that it also includes the (post)colonial space, hence by reconsidering the historical importance of Third Worldism in the genealogy of the new political cultures that flourished during the long global 1960s
Responsabile delle Ricerca Simona Taliani
Componenti del gruppo di ricerca: Daniela Pioppi, Marzia Mauriello
Titolo: Global Revolution(s) in the Long 1960s: Connected Histories of
Decolonisation, Third Worldism, and the New Radical Left
Acronimo: F.A.M.IN.E. FOOD
Data inizio
Data fine
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Fondi PRA 2025
Descrizione del progetto: Il progetto intende indagare le forme della fame e della malnutrizione come effetto pianificato di politiche ed economie della penuria in scenari bellici (Burkina Faso, Libano) e post-bellici (Costa d’Avorio, Iraq). Qui e altrove, i minori si ammalano di sindromi connesse a un cibo povero e poco proteico o avvelenato, i cui sintomi ormai sono frequenti ma dall’eziologia ritenuta
misteriosa (come per la nodding syndrome). I genitori, dal canto loro, sanno che è nell’atto stesso di mangiare cibo avariato o inquinato che si contribuisce a rendere malati i propri cari: si sviluppano così forme di “scienza cittadina”, sistemi di controllo informali e atti di protesta perché vi sia da parte delle istituzioni il riconoscimento del danno subito dai più giovani. Sono infine documentate nella letteratura scientifica contesti, rurali o urbani, in cui si nutrono altri tipi di sospetti su alimenti avvelenati. L’intreccio in questo caso specifico tra sistemi di pensiero
magico-religiosi volti alla “liberazione dal male” a partire da azioni “mistiche” interroga le forme di soggettivazione e il rapporto tra modernità e potere, attraverso la fabbricazione sociale di individui nella necessità perenne di purificarsi, digiunare, rifiutare cibo (anche nelle sfere domestiche più intime della casa).
Le forme di una alimentazione insufficiente, monotona o propriamente tossica, così come quelle legate a cibi malsani e industriali, abbracciano diverse sfere dell’esperienza individuale e sociale e sono molteplici le prospettive disciplinari da adottare per osservare e interpretare un mondo in crisi: affamato, malnutrito e ammalato. Il progetto si propone di analizzare le politiche di contrasto a queste economie della penuria attraverso uno studio dei registri del politico (sovranità alimentare), del socioculturale (rappresentazioni e pratiche di nutrizione e
socializzazione) e dello psichico (sintomi, sindromi e terapie) che si intrecciano negli scenari delle catastrofi attuali.
Responsabile delle Ricerca Tiziana Terranova
Componenti del gruppo di ricerca: Stamatia Portanova, Gennaro Ascione, Maria De Vivo, Giueppe Balirano
Titolo: Global Revolution(s) in the Long 1960s: Connected Histories of
Decolonisation, Third Worldism, and the New Radical Left
Acronimo: MedTech
Settore/i ERC SH3 The Social World, Diversity, Population
SH4 The Human Mind and Its Complexity
SH5 Cultures and Cultural Production
Data inizio
Data fine
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Fondi PRA 2025
Descrizione del progetto: he project Mediterranean Technocultures (MedTech) aims to research the Mediterranean as a crucial domain wherefrom to critique the global technological monoculture (BigTech) that currently dominates the planet as well as to observe technodiversity through a specific focus on audiovisual media and computational technologies .The idea of a technological monoculture refers to the global hegemony exercised by BigTech or GAFAM (Google, Apple, Meta, Amazon Microsoft). The notion of technodiversity refers to the possibility of imagining different cultural and epistemic models of technology (Hui 2020). MedTech departs from the discourse according to which the Mediterranean should be seen as a marginal space with relation to the advanced technocultures of nations such as the United States, China, Japan, South Korea or Northern
Europe. It instead considers the Mediterranean as a space of articulation of critical perspectives on technology, as well as a site of emergence of technodiversity (Hui 2020; Chambers and Terranova 2021). In so doing, the project also aims to contribute to the development of an interdisciplinary and transcultural approach to the mapping of “another Mediterranean” (Chambers and Cariello 2019). The scientific approach is sensitive to the relation between the global and the local, control and appropriation, hegemonic and subaltern (Penley and Ross 1991). MedTech investigates the distinctive characteristics of Mediterranean technocultures, connecting critical technocultural responses to BigTech’s hegemony (including technologies of surveillance, warfare and control) to the study of Mediterranean technodiversity in audiovisual and computational technologies. Examples include cultural and linguistic practices such as media an-archaeologies,
audiovisual software and media, odigital infrastructures, cryptocurrencies, hacklabs, social media cultures, etc.
Fondi PRA 2023
Responsabile della ricerca Libera D'Alessandro
Componenti del gruppo di ricerca: Maria De Vivo, Riccardo Naldi, Giuseppe Porzio, Rosario Sommella
Titolo: Turistificazione a Napoli e Patrimonio culturale: il centro storico fra tutela dei beni culturali, sviluppo e contese territoriali
Acronimo: TurNaP
Data inizio 26/10/2023
Data fine 25/10/2026
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Fondi PRA 2023
Descrizione del progetto: Il progetto focalizza l’attenzione sul rapporto tra patrimonio culturale e fenomeni di turistificazione e, facendo leva sulla composizione del gruppo di ricerca, mira ad analizzare da un punto di vista
interdisciplinare la relazione fra tutela dei beni culturali, sviluppo economico e contese territoriali nel centro storico di Napoli. A partire dalle differenti competenze dei componenti del gruppo, che saranno armonizzate sia nella fase di approfondimento teorico-metodologico sia in quella empirico-operativa, l’area del centro storico UNESCO verrà esaminata al fine di indagare la duplicità di effetti prodotta dalla recente attrattività della città.
In un’area in cui sono localizzati anche molti edifici dell’Orientale, alla luce dello stato dell’arte sul tema e della rilevanza che esso ha recentemente acquisito alla scala napoletana per le politiche urbane, verranno indagati gli squilibri prodotti dal repentino sviluppo commerciale-turistico sulle modalità di investimento e sulla tutela dei beni culturali. L’indagine di terreno sarà sviluppata in contesti
opportunamente selezionati per la ricerca: le arterie più attrattive ma interessate da forme insostenibili di overtourism, che hanno ricadute sul patrimonio culturale nonché sul piano spaziale in termini di contese per il “consumo” degli stessi luoghi; le arterie “saltate” dai flussi, che versano in uno stato di degrado e abbandono dei beni culturali; le aree in cui si rilevano forme di inaccessibilità dei siti culturali.
La finalità della proposta progettuale è dunque duplice: per un verso produrre, anche attraverso il confronto nazionale ed internazionale, un avanzamento delle conoscenze su una tematica dibattuta ma poco indagata dal punto di vista scientifico nel contesto napoletano; per l’altro contribuire, attraverso una ricerca di Ateneo e sulla base di diverse prospettive disciplinari, al dibattito pubblico
che ruota intorno a fenomeni cruciali per il territorio cittadino, soprattutto nei suoi spazi centrali.
Responsabile della ricerca: Ruth Maria Hanau Santini
Componenti del gruppo di ricerca: Giuseppe Lucio Gaeta, Johanna Monti , Alessio Iocchi
Titolo: Rischi e Promesse di misurare il rischio politico
Acronimo: RAP-RISK
Data inizio 26/10/2023
Data fine 25/10/2026
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Fondi PRA 2023
Descrizione del progetto: Negli ultimi anni, i rischi globali - Covid-19, guerra in Ucraina, inflazione globale - sono sempre più caratterizzati da logiche tra loro diverse ma la cui natura è interconnessa. Lo storico economico Adam Tooze ha reso popolare l’uso della parola ‘policrisi’ per spiegare come crisi in apparenza separate interagiscono amplificando l’impatto di quella che diventa una crisi globale (FT, 2022). Parlare di policrisi ha portato a interrogarsi su quanto alcune crisi possano
essere previste, su quanto la previsione possa contribuire alla prevenzione o per lo meno all’adozione di risposte tempestive e appropriate. Esiste un ambito multidisciplinare che si occupa esattamente di questo: l’analisi di rischio
politico/geopolitico, che spazia dall’economia alla scienza politica, alla sociologia, agli studi letterari. Se in ambito economico l’analisi di rischio politico ha acquisito uno status riconosciuto nel panorama internazionale, quella applicata a crisi umanitarie resta un campo frammentato, sotto-studiato e sottovalutato, nonostante la sua rilevanza.
Questo progetto multi-disciplinare parte da una ricognizione degli sforzi in materia di early warning per l’analisi dei conflitti da parte di alcuni attori internazionali (Nazioni Unite; Unione Europea; NATO; alcuni stati europei all’avanguardia e alcune organizzazioni regionali), e si articola attraverso tre domande di ricerca: quali sono i punti di debolezza e i punti di forza dei diversi sistemi di allerta precoce in essere nelle principali organizzazioni/stati per la previsione dei conflitti? In che misura questi sistemi vengono utilizzati in maniera appropriata per adottare politiche anticipatorie e di risposta immediata alle crisi? Infine, come possono le organizzazioni internazionali e gli stati interessati capitalizzare i progressi della ricerca accademica sull’allerta precoce e l’analisi previsionale?
Fondi PRA 2022
Responsabile della Ricerca Raffaele Nocera
Componenti del gruppo di ricerca: Paolo Wulzer, Luigi Mascilli Migliorini, Matteo Pretelli, Simone Selva, Nicoletta Marini D’Armenia
Titolo: America Latina ed Europa mediterranea: connessioni, scambi e intersezioni negli anni della Guerra fredda
Acronimo: ALEM
Data inizio 28/09/2022
Data fine 27/09/2025
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Settore ERC SH6_5; SH_6; SH_9; SH_10
Fondi PRA 2022
Descrizione del progetto: La proposta ha l’obiettivo di esaminare le connessioni politiche, culturali ed economiche che si svilupparono tra America Latina ed Europa mediterranea durante la Guerra fredda (1945-1991). Quello dei rapporti bi-regionali nel contesto bipolare è un tema storiografico di particolare rilevanza e innovatività. In primo luogo, per l’attenzione predominante, a tratti esclusiva, dedicata dagli studi “tradizionali” alla direttrice nordamericana dei rapporti transatlantici. In secondo luogo, per via delle complesse e multiformi dinamiche che investirono l’area latinoamericana nel periodo considerato, solo in parte inquadrabili nello schema “ingessato” della Guerra fredda. Infine, per la specifica prospettiva che intende adottare il presente progetto, che si propone di approfondire la componente politica, culturale ed economica degli scambi che animarono i rapporti tra Europa e America Latina nella seconda metà del Novecento, piuttosto che focalizzarsi sulle tradizionali dimensioni “statali” dei rapporti internazionali. In tale contesto, infatti, gli attori – governativi e non – di queste due regioni hanno interscambiato idee e pratiche e hanno condiviso immaginari e simboli, avviando percorsi piuttosto originali. Con il contributo metodologico della histoire croisée, la proposta si pone l’obiettivo di ripercorrere la traiettoria delle circolazioni e connessioni tra America Latina ed Europa mediterranea, rivelando dinamiche poco esplorate che si discostano dalla lettura tipicamente binaria del periodo analizzato, contribuendo a fare emergere un intreccio tra le due regioni che ci consenta di formulare una storia policentrica e decentrata. Al centro dell’indagine vi sarà anche il contributo che le relazioni di natura economica che si produssero tra America Latina ed Europa mediterranea possono aver dato alla costruzione delle connessioni oggetto della ricerca; e questo sia nell’ottica dei rapporti bi-regionali, sia analizzando l'intervento economico e culturale di attori terzi interessati, come gli Stati Uniti. Lo sviluppo della ricerca non potrà non tener conto di cronologie e di spazi più ampi e articolati. Fra questi, i vincoli e le contaminazioni che si produssero tra le due regioni tra la fine del Settecento e la prima metà del XX secolo, così come la dimensione transatlantica intesa anche come relazione triangolare Europa-Stati Uniti-America Latina. La proposta ha anche lo scopo di potenziare la collaborazione con le università di Tel Aviv, di Cer-gy-Pontoise, di Santiago de Compostela, della Pontifica Universidad Católica de Chile, del Colegio de México al fine di presentare un progetto ERC-SyG di cui l’Ateneo sarà una delle unità proponenti
Fondi PRA 2021
Responsabile della Ricerca Fabio Amato - Anna Liguori
Componenti del gruppo di ricerca: Adele del Guercio, Carofalo Viola, Valentina Grado, Emma A. Imparato, Anna Liguori
Titolo: Antropocene/Capitalocene e migrazioni internazionali. Una lettura critica
Data inizio 27/10/2021
Data fine 31/12/2025
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Settore ERC SH1, SH2, SH3, SH5
Fondi PRA 2021
Descrizione del progetto: Ci si propone di indagare il fenomeno delle migrazioni correlate con il cambiamento climatico, il degrado ambientale e i disastri naturali, che si sta imponendo all’attenzione della Comunità internazionale e degli studiosi, e che, come sottolineato dalle agenzie internazionali, acquisirà sempre maggiore rilevanza negli anni a venire.
Partendo dallo stato dell’arte, ci si propone di fornire innanzitutto un inquadramento qualitativo e quantitativo del suddetto fenomeno, di evidenziare le difficoltà di definizione terminologica e di ricostruire il dibattito in corso tra massimalisti e minimalisti. L’indagine avrà poi per oggetto i documenti internazionali e regionali, di portata giuridica obbligatoria e non (dunque sia trattati internazionali, sia documenti di soft-law), adottati nel quadro internazionale di lotta al cambiamento climatico, del diritto dell’immigrazione e dei diritti umani. L’obiettivo è verificare quale rilevanza gli stessi attribuiscono alla mobilità correlata a fenomeni ambientali e climatici e quali strategie approntano per affrontarla, sia in termini di adattamento e mitigazione, al fine di
consentire alle persone di rimanere nel proprio Paese; sia di reinsediamento, accoglienza e regolamentazione della condizione giuridica laddove non ci sia altra possibilità che migrare, individualmente o collettivamente.
L’indagine non mancherà di analizzare le strategie approntate dai singoli Stati, anche in chiave comparativa, al fine di offrire degli esempi di regolamentazione della mobilità correlata a fenomeni ambientali e climatici. Particolarmente significativa è la giurisprudenza che si sta affermando a livello nazionale, volta a
fornire una qualche forma di tutela alle persone che si spostano in seguito ad un disastro naturale o a fenomeni a lenta e progressiva insorgenza. Persone rispetto alle quali è difficile fornire una definizione univoca, tenuto conto della complessità che caratterizza il fenomeno in questione. Il taglio della ricerca è interdisciplinare, reso possibile dalla compresenza nel gruppo di ricerca di giuristi, geografi e filoso