
Il Seminario de Estudios sobre el Renacimiento diretto da María José Vega (UAB) ha organizzato di recente due mostre, nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale (Proof of concept Index), per proporre al grande pubblico una riflessione a proposito della censura e del suo impatto non solo sul patrimonio bibliografico spagnolo, ma anche sulla cultura e la storia intellettuale europea. L’ultima in ordine di tempo, “Libros prohibidos”, ruota intorno ai testi proibiti, alterati, cancellati e mutilati nella prima Età Moderna, mirando a rappresentare la complessità di quell’epoca cruciale attraverso il fondo antico della Biblioteca Universitaria di Salamanca. Come si trasformò la concezione stessa della scrittura e della lettura dopo il contagio dilagante della Riforma protestante e la conseguente affermazione di politiche sempre piú severe di controllo ideologico e vigilanza delle coscienze? Fino a che punto la pagina stampata venne percepita come uno spazio di conflitto? Quali strategie furono attuate per occultare alla vista dei lettori testi eterodossi e ritratti di autori condannati? A queste e ad altre domande si è provato a rispondere nel percorso proposto ai visitatori, che sarà illustrato il 30 maggio da María José Vega e Donatella Gagliardi, rispettivamente curatrice e membro del consiglio accademico della mostra.