Coordina i servizi di acquisizione, gestione, diffusione, conservazione, tutela del patrimonio bibliografico moderno e raro, cartografico, della collezione di manoscritti, dell’Archivio storico “Matteo Ripa” e degli altri archivi storici dell’Ateneo, garantendo accesso, consultazione, e sviluppo delle collezioni analogiche e digitali. Il SiBA nell'ambito delle proprie attività fornisce supporto alla ricerca, alla didattica e alla terza missione d’Ateneo.
Opera sulla base di un proprio Regolamento, approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, e di specifiche Linee guida che disciplinano il funzionamento delle biblioteche e i rapporti con l’utenza.
Il SiBA è articolato in tre Biblioteche, ciascuna organizzata per area tematica. Ogni Biblioteca ha spazi dedicati alla consultazione, allo studio e all'erogazione dei servizi specifici per l'utenza.
Per un elenco completo delle strutture e delle relative funzioni, consulta la sezione Organizzazione.
Archivi Storici
Dal 2025 il Sistema Bibliotecario ha esteso le proprie competenze alla gestione degli Archivi Storici dell’Ateneo, già acquisiti o di futura acquisizione.
L’Archivio Storico dell’Università di Napoli L'Orientale, di pertinenza del Centro Studi Matteo Ripa e con estremi cronologici compresi tra il 1728 e il 1970, conserva un patrimonio eterogeneo che riflette la vita accademica, amministrativa e culturale dell’istituzione. È articolato in diverse sezioni: epistolare, contabile, legale, amministrativa, volumi a stampa (antichi e moderni), archivio del personale, fototeca-emeroteca, faldoni eterogenei e dispacci in cinese. L’insieme dei fondi documenta in modo organico attività, relazioni e memoria storica dell'Università di Napoli L'Orientale, della sua evoluzione e dei suoi protagonisti. L’Archivio Storico è attualmente oggetto di un lavoro di riordino e catalogazione.
Per informazioni ci si può rivolgere alla prof.ssa Donatella Guida, direttrice del Centro Studi Matteo Ripa.
Mail di contatto: dguida@unior.it
L’Archivio Storico della Società Africana d’Italia (SAI) costituisce una delle fonti più significative per lo studio delle origini e degli sviluppi del colonialismo italiano. La Società, nata a Napoli nel 1880 come Club Africano e divenuta due anni più tardi Società Africana d’Italia, rappresentò per decenni uno dei principali centri di elaborazione e propaganda delle idee espansionistiche italiane. Fondata in un contesto di profonde trasformazioni sociali ed economiche, e in un Mezzogiorno segnato dalla crisi agraria e dall’emigrazione di massa, la SAI seppe canalizzare le aspirazioni di una parte delle élites imprenditoriali e intellettuali meridionali verso la prospettiva coloniale, offrendo alla città di Napoli un ruolo non marginale nel dibattito nazionale sulle sorti dell’Italia unita.
Nel corso della sua lunga attività, la Società promosse viaggi esplorativi, sostenne progetti di insediamento commerciale e culturale in Africa, pubblicò un proprio Bollettino (1882–1940) e organizzò conferenze, esposizioni e iniziative didattiche. Parallelamente raccolse un ingente patrimonio documentario, librario, fotografico e cartografico, nonché materiali naturalistici e museologici, che testimoniavano la vivace attività del sodalizio e le sue connessioni internazionali.
L’archivio, oggi custodito presso il Dipartimento Asia, Africa e Mediterraneo dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, ha avuto una storia travagliata. Più volte trasferito di sede, colpito dal crollo della sede di via Chiatamone nel 1951 e ulteriormente danneggiato dal terremoto del 1980, ha rischiato più volte la dispersione e l’oblio.
Attualmente l’Archivio storico della Società Africana d’Italia si presenta come un complesso organico ma articolato, frutto di un lungo e difficile lavoro di recupero e riordino avviato a partire dagli anni Ottanta. In quel periodo, grazie a un progetto di ricerca nazionale volto al recupero delle “Fonti italiane sulla storia dell’Africa”, finanziato dall’allora Ministero della Pubblica Istruzione e coordinato a livello nazionale dal prof. Salvatore Bono dell’Università degli Studi di Perugia e a livello locale dal prof. Alessandro Triulzi dell’ex Istituto Universitario Orientale di Napoli, l’archivio della S.A.I. è stato sottoposto a un sistematico lavoro di catalogazione.
L’Archivio è strutturato in due grandi nuclei principali.
Il primo nucleo, recuperato e inventariato tra il 1984 e il 1990 da Celeste Intartaglia e Carlo Scaramella e pubblicato nel 1992, comprende le carte amministrative e documentarie della Società. È composto da 106 cartelle archivistiche, suddivise in sezioni che coprono un arco cronologico compreso tra il 1880 e il 1975. Vi rientrano la contabilità e i bilanci della Società, gli atti istituzionali e i registri dei soci, la corrispondenza con esploratori, missionari, diplomatici e funzionari, le relazioni di viaggio e i progetti di spedizione, materiali relativi all’attività didattica e scientifica, i documenti del Museo e un erbario di G.B. Licata. Questo nucleo documentario riflette l’attività ordinaria e straordinaria di un’associazione che fu, per decenni, al centro del dibattito coloniale italiano.
Il secondo nucleo, inventariato da Silvana Palma e pubblicato nel 1996, raccoglie invece le raccolte fotografiche e cartografiche. Il fondo fotografico è costituito da circa 4.500 immagini (fotografie, cartoline, litografie) e da un ulteriore nucleo di circa 2.500 immagini sciolte, risalenti in gran parte agli anni Trenta, riunite in 89 volumi. A questo si aggiunge una collezione di oltre 300 carte geografiche e topografiche, ordinate secondo criteri cronologici, alfabetici e per aree geografiche. Questo nucleo documenta viaggi, missioni e spedizioni, offrendo un repertorio visivo unico sull’Africa e sulle modalità con cui essa venne rappresentata e interpretata dal punto di vista coloniale.
Insieme, i due nuclei restituiscono un patrimonio che, pur ridimensionato dalle perdite subite nel corso del tempo, conserva una straordinaria ricchezza: migliaia di documenti testuali, circa 7.000 immagini fotografiche e oltre 300 carte. Un complesso archivistico che, nella sua eterogeneità, consente non solo di ricostruire la storia della Società Africana d’Italia, ma anche di comprendere il ruolo delle rappresentazioni testuali e visive nella costruzione della coscienza coloniale italiana tra Otto e Novecento.
Il valore dell’Archivio storico della S.A.I. non risiede soltanto nella documentazione delle politiche coloniali italiane, ma anche nella possibilità di studiare il rapporto tra Napoli, il Mezzogiorno e l’Africa in un’epoca di grandi trasformazioni. La straordinaria varietà dei materiali – dalle minute amministrative alle fotografie di missioni, dalle mappe geografiche agli erbari – offre prospettive di ricerca interdisciplinari, che spaziano dalla storia politica e culturale alla storia della scienza, dall’antropologia alla geografia storica.
Oggi, a più di un secolo dalla fondazione della Società, l’archivio rappresenta una memoria complessa e ambivalente: testimonianza di un fervore associativo e scientifico, ma anche di un’epoca segnata dalle contraddizioni e dalle ombre dell’espansione coloniale. Restituirlo alla consultazione pubblica significherà non solo salvaguardare un frammento importante della storia napoletana e nazionale, ma anche offrire strumenti critici per riflettere sul passato coloniale italiano e sul suo lascito nella cultura contemporanea.